Paolo Bielli-polvere 2007 – sergio vecchio

CRITICA - marzo 13, 2016 - 0 Comments

A svegliarci una mattina tra le nostre lenzuola normalmente impolverate, e pero’ ridotti all’ infinitesimale piccolezza di un normale abitante della polvere, realizzeremmo (amplificandolo) l’incubo di Josef K.: ci troveremmo circondati da una popolazione di mostruose creature, ancora piu’ repellenti dello scarafaggio che compie la metamorfosi del pover’ uomo o della blatta di Clarice Lispector. E saremmo noi stessi a desiderare la nostra metamorfosi in acaro…
…In alternativa: un coltello, una pistola.
Strumenti di offesa? Congegni di violenza? Ma disposti su tappeti polverosi in graziosa contraddizione con il loro significato: lame, punte, proiettili che non feriscono. Il coltello non fa sgorgare sangue, altrimenti rappreso in macchie di colore; ne’ il revolver sembra avere intenzione di sparare, atteggiato com’e’ a comporre la sagoma infantilmente disegnata di un volto, di un corpo…
La polvere di Paolo Bielli e’ certamente piena di acari: che, impressi su papier-peints da interno borghese, paradossalmente rivelano la stessa grazia dei fiori ugualmente stampati su altre carte da parati. Panni di fondo un po’ fanes, polverosi come si conviene ad una dignita’ avvezza a nascondere la polvere sotto al tappeto, esibendo in primo piano il luccicore ingannevole delle perle di vetro. Per chi abbia voglia di farsi ingannare: che semmai l’intelligenza di Bielli lo fornisce della corda doppia dell’ironia, per farlo risalire dal baratro nel quale lo abbia precipitato.

Cenere alla cenere. polvere alla polvere. Polvere pesante, polvere sottile. Polveri letali. Gia la squama quotidiana della nostra pelle, prima che il sapone la deterga, si frantuma tra le lenzuola ed e’ polvere: cibo prediletto dell’ acaro.

Sergio Vecchio

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