paolo bielli / galleria d’arte moderna / franco di matteo

CRITICA - giugno 5, 2019 - 0 Comments

IL PUGILE ARTISTA E L’ARTISTA ATLETA

Sin dalla sua prima performance dedicata all’arte della boxe, Paolo Bielli ne ha captato l’estetica e la spettacolarità, evidenziandone l’aspetto cromatico. Dal rituale della pesa, all’entrata, dai pantaloncini ai guantoni, fino alla vestaglia- manto del finale, tutto avveniva in una seducente gamma di sfumature viola, essendo il rivale ‘una rivale’. In un’altra successiva, predominava in un vortice di immagini di pugili, il colore rosso, con l’artista che stramazzava al suolo in un effetto corrida. Questa volta invece la messa in scena è stata asetticamente basata sul non colore, anche se il bianco e nero sono colori. Il suo pugile estetico, nella recente performance alla GAM, Galleria comunale d’Arte Moderna, appariva tutto in uno smagliante bianco e nero, tra la rarefatta eleganza delle statue di bronzo degli anni’30 sul bianco sfondo di una parete affollata da una composizione di grandi silhouettes di pugili, le cui vuote sagome tappezzavano un ring rettangolare nel chiostro del museo, che richiamava sia i pavimenti intarsiati della romanità, che quelli musivi con gli atleti di Gino Severini all’Eur. All’irruzione nel ring del pugile Bielli guerrescamente bardato tra le sue sagome improntate ad una scultorea classicità, ma anche ai preziosismi della Wiener Werkstätte, seguiva una carica di scazzottature che man mano si espandevano nell’ambiente, e nel furore dei colpi, egli metteva a tappeto, è il caso di dirlo, le vuote sagome dei pugili, facendole poi volare in una semantica sfida al bianco e nero/pieno, vuoto. Paolo Bielli è un’artista prettamente romano, che dimostra di aver sempre più metabolizzato la classicità. E’ un gladiatore che non uccide ne viene ucciso, poiché i suoi colpi sono diretti al significante dell’operare artistico, nonostante le sue performance si concludono sempre con le mani alzate in segno di vittoria, e in questo caso innalzando in aria enormi coppe e poi rovesciandosene addosso il contenuto; una pioggia di cassette magnetiche in bianco e nero, contenenti registrazioni di combattimenti. André Breton ha esaltato il poeta pugile Artur Cravan, e lo stesso fece Cocteau divenendo coach di un pugile suo protetto. La performance di Bielli tesa a smaterializzare la lotta e a far levitare il peso – Piuma, Walter – è arrivata a siglare la prima parte di una stagione tutta dedicata ad aspetti della creativita al femminile, di cui la Gam conserva notevoli testimonianze.
Franco Di Matteo

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