incontrasto paolo bielli giorgio vulcano

CRITICA - maggio 20, 2023 - 0 Comments

Dall’8 al 21 Maggio è stato presentato il Progetto Storiecontemporanee, a cura di Anna Cochetti, nello spazio Studio Ricerca e Documentazione di Via Poerio 16/B; è stata un’occasione per osservare dal vivo l’installazione site-specific di Paolo Bielli, “Incontrasto”, composta da immagini fotografiche e una performance, nate da un progetto originale per lo spazio romano ideato all’indomani della mostra alla G.A.M.
Paolo Bielli con le sue “silhouette danzanti” vuole rendere l’idea dell’inconsistenza, dell’effimero, eppure altamente simbolico e rappresentativo, di ciò che nasce dall’eterno contrasto tra realtà opposte, quasi un gioco carico di mistero, tra luci e ombre, che come flebili fiamme ricordano le anime del Purgatorio descritte dal Sommo Poeta.
Nelle immagini, deboli luci si caricano di enormi significati, simboleggiano la tensione di anime tormentate, divise tra contrastanti aspetti che la vita quotidianamente ci riserva; cosi le sagome inscritte in un cerchio, come in un ring immaginario, al centro della performance, rappresentano la lotta tra i pugili, tra donne e uomini, tra angeli e demoni.
Scrive la curatrice Anna Cochetti a proposito delle fotografie : “Contro se stesse, il loro doppio e il loro sdoppiamento, in un gioco speculare di identità ricercate inseguite affermate e smentite, comunque coesistenti e inestricabili, quasi in fuga permanente dal ring e più ancora da se stesse, fluide e mobili nella mise en abyme che le fissa sui muri bianchi e da li le proietta nel centro vuoto dello spazio, di nuovo nel cerchio del ring, come riflessi cangianti di specchi, in una sorta di danza rituale esorcizzante il male da cui rinascere”.
E ancora sull’installazione: “si fonda su una scelta tematica e linquistico-formale di coppie oppositive, a partire dal folgorante bianco/nero, al lacerante pieno/vuoto, al mimetico maschile/femminile, fino al contrasto artista/pugile”.
Pertanto, una decina di silhouette e un centinaio di fotografie, nella installazione dell’artista, sono l’icona dell’incontro-scontro che delinea e contraddistingue da sempre la coscienza dell’essere pensante, e in questo contesto, le immagini in movimento, dentro e fuori il cerchio del ring, significano per l’autore Paolo Bielli anche l’anelito dell’uomo alla ricerca di se stesso, nel contrasto tra pieno e vuoto, tra libertà e dipendenza…
La mostra si è completata con la gratificante conclusione del ritrovamento di sé, della propria realizzazione, attraverso una performance che ha visto l’artista interagire con dei fogli di carta sovrapposti, rigorosamente bianchi e neri. Una stratificazione simbolica del sé, fatta di contrasti, che necessita di continuo rinnovamento ed evoluzione, sulla scia del “se non distruggi, non crei.” .
Articolo di Giorgio Vulcano.

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